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Electro-Magnetic Gun
Caption (1918): "The Illustration Herewith Shows a Mighty 90-Foot Electro-Magnetic Gun, Capable of Hurling a Torrent of 19-Inch Shells, Each Containing a Charge of High Explosives. It Would Be Noiseless and Smokeless, Besides Being Mobile Enough to Permit Its Transportation From Place to Place At Short Notice. There Would Be No Wea r and Tear On This Gun As Is the Case Now With the Cannon Using Explosive Charges to Expel the Projectile From the Barrel. First Described in This Journal For November, 1915."Temporal CoverageWorld War I -
Tricolor handkerchief
On a black background the whole decoration is red and green and white: the two frames around the edge, the flags at the center and the four coats of arms whit a lion, at each of the four corners. The words "Unione, Forza, Libertà, Patria" [Union, Strength, Freedom, Fatherland] are decorating each coat of arms. This handkerchief was meant to be worn. -
Museo civico del Risorgimento - Bologna
http://www.comune.bologna.it/museorisorgimento/Spatial CoverageItaly -
Torrione del Risorgimento - Budrio
Il torrione trecentesco ospita la Collezione Risorgimentale donata nel 1928 al Comune di Budrio dalla famiglia di Luigi Cocchi (1808-1884), patriota che partecipò attivamente ai moti insurrezionali del 1831 e in qualità di comandante del Battaglione Idice nel 1848. La collezione è composta da 159 pezzi tra cui armi (baionette, sciabole, pistole), divise, accessori, stendardi, bandiere, un gonfalone del Comune di Budrio, busti di patrioti locali e di autorità nazionali, una raccolta di acquerelli a soggetto risorgimentale di Luigi Cocchi, diplomi con medaglie e manifesti. Il patrimonio museale si è poi arricchito di un altro insieme di oggetti (documenti, cimeli, copricapo) donati da alcuni cittadini budriesi. Da segnalare inoltre la presenza di un ricco fondo documentario. -
Museo Civico Don Giovanni Verità - Modigliana
Al pianterreno, nell’appartamento in cui abitò Don Giovanni Verità è ospitata la sezione risorgimentale. Il materiale esposto ci parla dell’impegno patriottico di un sacerdote che, pur non tradendo mai la sua missione religiosa, antepose la l’indipendenza e l’unità della Nazione alla obbedienza al Papa Re. Un’ampia documentazione testimonia l’attività della trafila locale, clandestinamente impegnata a far attraversare il confine del Granducato ai patrioti in fuga dalle Legazioni Pontificie, l’ardente partecipazione dei giovani modiglianesi alle guerre di indipendenza e la grande amicizia che legò Don Giovanni e Giuseppe Garibaldi fino alla morte del Generale. Gli oggetti raccontano anche la quotidianità dell’uomo Don Giovanni, di grande cultura ma dalle semplici abitudini ed anche l’impegno delle donne nel tessere divise e cucire bandiere. C’è la camera (ricostruita sulla base delle testimonianze) in cui Garibaldi per la prima ed unica volta dormì nel letto di un prete, e la cucina dove stavano nascosti i fuggiaschi, pronti ad entrare nel pozzo al sopraggiungere delle guardie. http://museocivico.modiglianaturismo.it/pages/il-museo-modigliana/Spatial CoverageVia Garibaldi, 30 – 47015 Modigliana (Forlì-Cesena) -
Museo del Tricolore - Reggio Emilia
Ha una storia ormai lunga il Museo del Tricolore di Reggio Emilia. La collezione viene avviata da Gaetano Chierici e poi fortemente arricchita da Naborre Campanini. A lanciare l’idea del Museo è lo storico Ugo Bellocchi a cui si deve nel 1966 la ricostruzione su basi documentarie del modello del primo Tricolore; il museo trova fra il 1985 e il 1987 una prima collocazione in alcune sale adiacenti la Sala storica del Tricolore in un allestimento finanziato dal Lions Club Reggio Emilia Host. Le celebrazioni del Bicentenario del 1997 creano i presupposti per un rilancio e un nuovo allestimento, inaugurato il 7 gennaio 2004 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il percorso museale, curato da Maurizio Festanti, consta all’inizio di una sola sezione dedicata al periodo 1796 – 1814, gli anni cruciali delle vicende politiche che hanno determinato la nascita a Reggio Emilia della bandiera italiana. Una seconda sezione, inaugurata nel 2006, continua il racconto della storia della bandiera, dai moti del 1820 – 21 alla definitiva conquista dell’indipendenza e dell’unità che nel vessillo tricolore riconoscono il simbolo della nuova nazione.Spatial Coveragep.zza Casotti, 1 42121 Reggio Emilia -
Museo Civico del Risorgimento "Luigi Musini" - Fidenza
Ospitato dal 1989 nel palazzo delle Orsoline si è costituito grazie all’incessante passione collezionistica per il Risorgimento di Nullo Musini, figlio del garibaldino fidentino Luigi. La collezione è stata ampliata con documenti appartenenti all’Archivio Comunale e donazioni di altri fidentini, quali Nino Denti, Benito Mattioli e la famiglia Chiari di Parma. Il percorso museale, in ordine cronologico, prende avvio con oggetti e documenti legati a Napoleone e Maria Luigia, per proseguire nelle sale successive con il periodo di dominazione Borbonico, i moti risorgimentali, le tappe dell’unità d’Italia attraverso le immagini dei suoi protagonisti, le sale dedicate a Giuseppe Verdi e a Luigi Musini, fino a toccare la prima guerra mondiale, la guerra di Spagna , la seconda guerra mondiale e la Resistenza. https://www.comune.fidenza.pr.it/il-comune/servizi-e-uffici/cultura/museo-civico-del-risorgimento-luigi-musini/Spatial CoverageVia Costa 2 - Fidenza -
Museo del Risorgimento e dell'Età Contemporanea - Faenza
L’origine del Museo risale al 1904, quando fu allestita in modo permanente, in un locale annesso alla Pinacoteca Comunale, una mostra dedicata al contributo dei Faentini al Risorgimento Italiano, già presentata all’Esposizione Regionale Romagnola di Ravenna. Intorno agli anni Venti il Museo fu chiuso per consentire un ampliamento degli spazi espositivi della Pinacoteca. Un mostra sull’indipendenza italiana, tenutasi nel 1921 presso i locali del Palazzo Comunale, determinò un ulteriore incremento della raccolta con donazioni di documenti e cimeli della prima Guerra Mondiale. L’esposizione ebbe grande successo e ricevette il consenso del pubblico faentino, tanto è vero che l’anno successivo fu pubblicato un piccolo catalogo e si auspicò che le raccolte museali fossero riordinate presso la Biblioteca Comunale. Nel 1929 il Museo fu riaperto e ordinato nei locali della Biblioteca, diretta in quel momento da Piero Zama, storico del Risorgimento, e durante questo periodo, specialmente negli anni 1935 e 1936, si registrarono numerose donazioni. Nel 1960 alla documentazione ottocentesca e coloniale si aggiunsero altre testimonianze sulla lotta di liberazione. Il materiale rimase esposto al piano terra della Biblioteca fino al 1975, anno in cui, per motivi di ampliamento dei servizi, si decise di trasferirlo in un deposito esterno in attesa di una sede idonea. Ora la collezione ha trovato la sua definitiva sistemazione in un’ala del piano nobile di Palazzo Laderchi. L’importanza di questo edificio si lega alle molteplici vicende di uno dei più antichi casati faentini, quello della famiglia Laderchi, che tanto ha contribuito alla storia e allo sviluppo della città soprattutto durante il periodo risorgimentale. Il Palazzo fa parte di quel complesso edilizio monumentale prospiciente alla piazza che caraterizza il centro storico e ne è uno degli elementi più significativi sia per la felice posizione, sia per il valore dell’architettura e delle decorazioni interne. Il nucleo più significativo, è costituito da stampe, fotografie, dipinti, proclami, bandiere, uniformi e cimeli vari. In attesa di restaurare e rendere a norma nuovi spazi espositivi in cui sviluppare un percorso museografico che valorizzi l’intero patrimonio, il museo ha riaperto con una selezione dei più importanti documenti faentini e cimeli compresi dall’Età Napoleonica all’Unità d’Italia. L’esposizione parte con la presentazione di stampe, fotografie e una bandiera del periodo risorgimentale, materiali tutti restaurati nell’ultimo decennio grazie ai contributi dell’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della regione Emilia-Romagna e del Comune di Faenza. Nelle salette che seguono si trovano alcuni volti dei protagonisti dell’Unità d’Italia; di grande interesse i ritratti di Aurelio Saffi e di Cavour dipinti in maiolica da Angelo Marabini e un busto in terracotta raffigurante Giuseppe Mazzini realizzato da Domenico Baccarini, firmato e datato 1900. Una speciale spazio è stato riservato ai tessuti: bandiere e uniformi varie. Nel salone delle feste o “Galleria di Psiche” sono invece esposti editti, documenti e ritratti a partire dal 1794 fino a Pio IX. Da segnalare un busto in marmo bianco di Napoleone attribuito allo scultore Raimondo Trentanove. Nell’ultima sala, detta anche Sala Saviotti dal nome del suo decoratore, sono esposti quadri, armi, cimeli, che si riferiscono in particolare a personaggi ed avvenimenti accaduti a Faenza durante la prima metà dell’Ottocento. Spiccano, tra i ritratti quelli di Achille e Francesco Laderchi ed una rara miniatura raffigurante il generale Giusppe Sercognani. Particolare attenzione viene data alle donazioni e ai restauri che, se pur con difficoltà economiche, proseguono su diverse opere. http://www.comune.faenza.ra.it/Citta/Turismo-e-ospitalita/Da-vedere-in-citta/Pinacoteca-e-Musei/Museo-del-Risorgimento-e-dell-Eta-ContemporaneaSpatial CoveragePalazzo Laderchi Corso Garibaldi n.2 Faenza Italy -
Museo del Risorgimento "A. Saffi" - Forlì
Il primo nucleo del museo si forma nel 1888 in seguito alla donazione al Comune di Forlì di cimeli e documenti sulla vita e l'attività politica di Piero Maroncelli (1795-1846), voluta dalla moglie Amalia. Si è poi ulteriormente arricchito grazie a lasciti e depositi da parte di cittadini forlivesi, specialmente nei primi decenni del nostro secolo, fino a detenere un vasto patrimonio che va dal periodo napoleonico sino alla seconda guerra mondiale. Dal 1964 lo accoglie il piano nobile di Palazzo Gaddi, ove otto ampie sale sono intitolate a personaggi diversi o dedicate a specifici aspetti e temi storici. Tre sezioni sono riservate ad altrettanti protagonisti del Risorgimento: Piero Maroncelli, Achille Cantoni e Aurelio Saffi. Seguono le sale dell'XI Reggimento Fanteria, glorioso reparto di stanza a Forlì di cui è in mostra il Diario Storico dal 1871 al 1938; della Prima Guerra Mondiale con i cimeli dei forlivesi combattenti (tra gli altri Fulcieri Paulucci de Calboli); delle Guerre d'Africa (particolarmente documentata quella d'Etiopia); della seconda guerra mondiale con foto dei caduti dal 1940 - 1943 e materiali relativi all'attività di Resistenza del gruppo partigiano Corbari. Nei corridoi sono conservati manifesti, armi e cimeli di Carlo Matteucci. Annessa al museo è la sala Raniero Paulucci de Calboli che raccoglie pregevoli rilegature (secc. XVI-XX), arredi e sculture di Adolfo Wildt, donate anch'esse alla città di Forlì dallo stesso Raniero in memoria del figlio Fulcieri. I lavori di restauro del Palazzo, avviati nel 2004, hanno richiesto il trasferimento del museo al pianoterra dell'edificio, dove l'esiguità degli spazi ha reso temporaneamente impossibile l'esposizione dei materiali della II guerra mondiale e delle guerre d'Africa.Spatial CoverageItaly -
Museo del Risorgimento - Modena
Spatial CoverageItaly -
Istituto per i beni artistici culturali e naturali, Regione Emilia - Romagna
Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna L’Istituto costituisce un’esperienza originale e unica in Italia grazie all’attività di ricerca e di valorizzazione del patrimonio che svolge all’azione di consulenza e di servizio che presta al governo dell’Emilia-Romagna e agli enti locali L’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) è nato nel 1974. Opera quale organo tecnico-scientifico e strumento della programmazione della Regione nel settore dei beni artistici, naturali, librari e documentari. Come tale, promuove e svolge attività conoscitiva e operativa, di indagine e di ricerca, per il restauro e la valorizzazione del patrimonio, la valorizzazione e la conservazione di alcuni elementi paesaggistici (alberi monumentali), per lo svolgimento di ogni funzione relativa ai beni culturali prestando in tali campi la propria consulenza alla Regione e agli Enti locali. Esercita altresì, nell’ambito della legge della programmazione regionale e degli atti di indirizzo regionali, le funzioni amministrative di competenza in applicazione della L.R. 18/2000 “Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali”. Dal 2009 l’IBC svolge la funzione di archiviazione e conservazione dei documenti digitali. Dal maggio 2017 il presidente dell’IBC è il prof. Roberto Balzani. Il consiglio direttivo è composto da Michelina Borsari, Franco Farinelli, Claudio Spadoni e Marzia Zambelli. Il revisore unico dei conti è Carlo Carpani. Il direttore ad interim dell'IBC è Gianni Cottafavi. L’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna ha sede a Palazzo Bonasoni in via Galliera 21, Bologna.