Proposta di un fascicolo su «internati e internamento (secoli XVI-XX)»

Item

Title
Proposta di un fascicolo su «internati e internamento (secoli XVI-XX)»
Creator
Edoardo Grandi
Date Issued
1980-12-01
Is Part Of
Quaderni Storici
volume
15
issue
45
page start
1157
page end
1158
Publisher
Società editrice Il Mulino S.p.A
Language
ita
Format
pdf
Relation
Sorvegliare e punire, Nascita della prigione, Italy, Einaudi, 1976
Rights
Quaderni storici © 1980 Società editrice Il Mulino S.p.A.
Source
https://web.archive.org/web/20230920073811/https://www.jstor.org/stable/43777670?searchText=PROPOSTA+DI+UN+FASCICOLO+SU+%22INTERNATI+E+INTERNAMENTO&searchUri=%2Faction%2FdoBasicSearch%3FQuery%3DPROPOSTA%2BDI%2BUN%2BFASCICOLO%2BSU%2B%25C2%25ABINTERNATI%2BE%2BINTERNAMENTO&ab_segments=0%2Fbasic_phrase_search%2Fcontrol&refreqid=fastly-default%3A9be9902afc9b5b5c69f1303e93d6468b
Subject
discipline
biopower
confinement
exclusion
panopticon
surveillance
extracted text
NOTIZIE DEI QUADERNI











PROPOSTA DI UN FASCICOLO SU
«INTERNATI E INTERNAMENTO (SECOLI XVI-XX)»


L'influenza di Foucault e le vicende della psichiatria hanno
creato una certa congiunzione di interessi per le istituzioni del-
l'internamento. Gli storici possono cogliere un fermento caratte-
rizzato da un largo orientamento ideologico per proporsi lo
studio di questi istituti, utilizzando e stimolando con ciò la
conservazione degli archivi delle opere pie di cui gli archivisti
locali stanno accertando le consistenze e disponendone, nel caso
ottimale (e raro), la utilizzabilità.
La prospettiva che si suggerisce è quella dello studio di questi
istituti come comunità, a partire dai libri che registrano gli
entrati e gli usciti e dalla documentazione cronachistica relativa
alle vicende interne e al tipo di morale istituzionale posta in
opera. Si propone così di superare l'unilateralismo di un'ottica di
tipo ideologico-amministrativo per porre al centro invece il pro-
blema dell'esperienza reale dei reclusi, dell'atteggiamento cultura-
le della popolazione verso queste istituzioni, della ricostruzione di
vicende personali («storie di vita») fuori e dentro l'istituzione atte
a chiarire il senso di un'esperienza sociale che non è riducibile
alle abusate etichette della devianza e della emarginazione (quan-
to meno riduttive e astratte). L'ipotesi preliminare potrebbe
essere questa di dedicare una serie di studi a tipi di istituzioni
definiti dalla loro funzione, cioè dal loro pubblico: 1) opere
dedicate a fanciulli, orfani e figli spersi; 2) conservatorii, dedica-
ti a fanciulle, giovani in pericolo, repentite; 3) reclusori per
anziani (più recentemente gerontocomi); 4) ospedali specifici
come Incurabili e nell"800 manicomi; 5) opere generali come
Ospizi e Alberghi dei poveri; 6) opere destinate a un pubblico
specifico, es. sordomuti, ciechi ecc.; 7) opere che han cura degli
esposti; 8) carceri o bagni.

















1158 Notizie dei Quaderni

Come integrazione vedrei una rassegna degli studi italiani di
storia ospedaliera o quanto meno una messa a punto in relazione
alla recente ripresa della tematica e qualche saggio illustrativo su
ricerche estere. I lavori dovrebbero partire da situazioni docu-
mentarie eccezionalmente buone e aprirsi sui problemi di storia
sociale di gruppi miserabili corrispettivi all'internamento. In altre
parole lo studio della istituzione deve essere contestualizzato,
considerando altresì l'elevato ricambio umano di molti istituti di
internamento (turnover): una contestualizzazione sociale e non
cultural-amministrativa.
La proposta cronologica va dal XVI al XX secolo, un arco di
tempo qualificato dalla genesi e dal trionfo di una ideologia
«borghese» della pubblica assistenza, un arco di tempo ovviamen-
te, che dal punto di vista del sociale, implica mutamenti profondi
che si riflettono certamente nella gemmazione di nuove istituzio-
ni e nella trasformazione del pubblico di altre, ma sempre entro
un quadro di riferimento ideologico e amministrativo singolar-
mente rigido.
Edoardo Grendi




I MORTI E I VIVI: UN PROGETTO


È in corso di preparazione un fascicolo di «Quaderni Storici»
dedicato alla storia dei rapporti tra morti e vivi nelle società
preindustriali. Si tratta, nelle intenzioni del coordinatore, di un
fascicolo che dovrebbe affrontare attraverso una serie di contri-
buti non tanto la «storia della morte» come una realtà unitaria e
indifferenziata, specchio e misura di atteggiamenti collettivi at-
traverso i secoli, quanto piuttosto la storia dei rapporti che di
volta in volta i viventi hanno intessuto coi loro morti, tentando
di arginarne il peso e di regolare i modi della loro presenza nella
vita associata. Ecco alcune eventuali aree di ricerca:
1 — La storiografia come mediazione tra vivi e morti;
2 — Il testamento come volontà dei morti: estensioni e limiti
della facoltà di testare;
3 — I morti come classe d'età: riti di passaggio, preparazione
alla morte, forme del compianto; conflitti di culture a questo
riguardo;
4 — La statistica e le assicurazioni sulla vita;
5 — L'immaginario religioso e la pressione dei morti sui vivi;