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Titolo
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Foglie celebrative di Pio IX
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Creator
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Manifattura (sconosciuta)
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Spatial Coverage
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ignoto
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Date Created
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1846-1847
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Temporal Coverage
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Rivoluzione del 1848
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Format
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foglie di castagno / carta, 26 x 35 cm, entro cornice rettangolare
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Source
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https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=177420
Bologna, Museo del Risorgimento, dono Riccardo Foschi, n. 2543.
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Rights
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© Museo Risorgimento Bologna | Certosa
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Subject
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Celebrità politiche
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Pio IX
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Sovrani riformatori
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Naturalia
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Description
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Tra gli oggetti botanici a carattere politico di maggior suggestione troviamo le due foglie di castagno con immagini e iscrizioni celebrative di Pio IX, conservate nelle collezioni del Museo civico di Bologna. Entrambe racchiuse in una cornice, la prima raffigura un uomo con in una mano una bandiera su cui è riportato lo slogan che più di ogni altro ha caratterizzato il paesaggio sonoro del lungo Quarantotto, «Viva Pio IX!», mentre nell’altra tiene una corona d’alloro; la seconda, invece, riproduce lo stemma papale sormontato da triregno e chiavi. Dal punto di vista tecnico, l’oggetto è stato prodotto “scarnificando” le foglie, ovvero eliminandone le parti molli con una soluzione basica di acqua e lisciva dopo averle rinchiuse in una maschera traforata, allo scopo di evidenziarne lo “scheletro” e le nervature (xilema), e al tempo stesso garantirne la conservazione nel tempo, ponendole al riparo dalla macerazione e dall’attacco dei parassiti. Descritto per la prima volta in Europa dall’anatomista olandese Frederick Ruysch (1638-1731), il procedimento, mutuato dall’ambito scientifico, nel corso della seconda metà dell’Ottocento fu al centro di una vera e propria moda, sintomo dell’emergere di una passione botanica che si espresse non solo attraverso la diffusione delle pratiche di erborizzazione al di fuori dei circuiti accademici, ma anche tramite la realizzazione dei cosiddetti phantom bouquets, fenomeno diffuso soprattutto in ambito anglosassone e che conobbe un impiego anche in chiave “politica” e celebrativa – si pensi alla serie Skeleton Leaves, i ritratti fotografici realizzati da John P. Soule a personaggi quali Lincoln, Washington, Wilson, etc.
In Italia, uno dei primi e più abili preparatori di “scheletri fogliari”, che riuscì anche a tradurre a stampa, fu il parmense Tommaso Luigi Berta, le cui realizzazioni sono conservate in parte nella Biblioteca Palatina e in parte nell’Orto Botanico di Parma. Come ricordava Enrico Dal Pozzo di Mombella nella memoria dedicata agli studi botanici del Berta, letta all’Accademia delle Scienze di Bologna il 18 aprile 1985, «Molti anni di studio perseverante perfezionarono la sua scoperta, la quale […] consiste = nel togliere esattamente ad ambe le pagine di una foglia senza punto lacerarla “l’epidermide ricoperta dalla pellicola epidermica” e poscia mondarla di tutta la sostanza parenchimatosa che riempie gli spazi vuoti fra i vasi, e similmente ogni qualvolta la finezza del tessuto lo permetta, separare “li strati delle reti vascolari”. […] Poscia gli venne anco trovato il modo di tirare copia su stampa de’ suoi scheletri; e così poté presentare a naturalisti l’importante scoperta in ogni splendore di sua bellezza, scoperta che vasto campo aprirà alla botanica, ove venga conosciuta, e da suoi cultori praticata» (Dal Pozzo di Mombella 1850, p. 9).
Autodidatta, appassionato studioso e della biologia vegetale e pioniere della fisiotipia, nella sua Memoria sull’anatomia delle foglie delle piante, edito nel 1829, Berta precisava appunto come «Gli scheletri veramente perfetti delle foglie non debbono lasciar apparire la menoma traccia di parenchima» (Berta 1829, p. 6, nota 4). Ed è proprio all’utilizzo di questa pratica, peraltro non priva di una certa complessità, che si deve la conservazione nel tempo e quindi la successiva musealizzazione di queste “tarsie vegetali”, prodotte in occasione delle manifestazioni in onore di Pio IX nel 1846-1847, dunque con una funzione eminentemente celebrativo-propagandistica, sebbene resti difficile determinare con precisione il loro concreto utilizzo nello spazio pubblico dell’epoca. Come è noto, alla vigilia dei moti del 1848, che rappresentarono un momento di eccezionale mobilitazione e attivismo politico a livello continentale, Giovanni Maria Mastai Ferretti, da poco eletto al soglio pontificio, fu protagonista di uno straordinario investimento politico-religioso, che ne fece un simbolo di emancipazione e progresso agli occhi dell’opinione pubblica italiana ed europea (Veca 2017). Un investimento “ideale” che ebbe riflessi anche sul piano materiale, sfociato nella produzione di gadgets di vario tipo: spille, monete, medaglie, bandiere, foulard, statuette che riportavano il segno distintivo del nuovo papa (Veca 2018). Un segno che ritroviamo anche su un oggetto apparentemente inusuale, che mostra in maniera quanto mai efficace il collegamento tra botanica e attualità politica.
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Contributor
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Elisa Bassetto
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Bibliographic Citation
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I. Veca, Oggetti animati. Materialità, circolazione e usi della figura di Pio IX (1846-1849), in «Il Risorgimento», 1, 2017, pp. 63-97.
Id., Il mito di Pio IX. Storia di un papa liberale e nazionale, Viella, Roma 2018.
Phantom Flowers. A Treatise on the Art of Producing Skeleton Leaves, J.E. Tilton & Co., Boston 1864.
E. Parrish, The Phantom Bouquet: A Popular Treatise on the Art of Skeletonizing Leaves and Seed-Vessels, J.B. Lippincott & Co., Philadelphia 1864.
G. Olmi, Botanica in originali: Iacob Corinaldi, Tommaso Luigi Berta e i loro esperimenti di impressione al naturale, in La natura e il corpo. Studi in memoria di Attilio Zanca, atti del convegno (Mantova, 17 maggio 2003), a cura di G. Olmi, G. Papagno, Olschki, Firenze 2005, pp. 121-141.
E. Dal Pozzo di Mombella, Sugli studi botanici di Tomaso Luigi Berta memoria di D. Enrico Del Pozzo barnabita [...] letta all’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna nella sessione del 18 aprile 1850, Bologna, Tipografia Sassi nelle Spaderie, 1850.
T.L. Berta, Memoria sull’anatomia delle foglie delle piante, dalla stamperia di P. Fiaccadori, Parma 1829.