Calamaio napoleonico "Amitié"

Item

Titolo (Dublin Core)

Calamaio napoleonico "Amitié"

Creator (Dublin Core)

Anonimo

Spatial Coverage (Dublin Core)

Francia?

Date Created (Dublin Core)

Post 1840

Temporal Coverage (Dublin Core)

Restaurazione

Format (Dublin Core)

porcellana policroma
Buono stato di conservazione, ma la scritta Amitié e le decorazioni dorate sono in parte scomparse. Ai lati sono presenti i contenitori dorati per i pennini
Base: 12×8,5 cm
Altezza max: 16 cm

Source (Dublin Core)

https://www.museoglaucolombardi.it/opera/65290/

Rights (Dublin Core)

Per gentile concessione del Museo Glauco Lombardi, Parma

Subject (Dublin Core)

Napoleone
Nostalgia politica
Calamaio

Description (Dublin Core)

Napoleone seduto
Visione inusuale quella del condottiero seduto invece che a cavallo o statuariamente in piedi, nel caso di Napoleone essa appare ancora più stridente con l’epopea e il suo culto, anche tardivo. Napoleone pensieroso se non abbattuto, quasi accasciato nel cabinet dove si rinchiuse per tutta la giornata del 31 marzo 1814, rinvia alla famiglia di immagini legate alla prima abdicazione, quella avvenuta a Fontainebleau dopo l’insuccesso della cosiddetta “campagna di Francia” e che aprì la strada all’esilio all’Isola d’Elba. La posa tutt’altro che eroica, con il cappello gettato da un lato, e le mappe – ormai inutili – sparpagliate sul divano alle sue spalle, venne scelta da Paul Delaroche, seguendo la testimonianza del segretario dell’imperatore, Bourrienne, per il dipinto che realizzò nel 1840, in occasione del revival napoleonico legato al ritorno delle spoglie di Napoleone in Francia e conservato oggi al Musée de l’Armée di Parigi (per una descrizione dell’opera: https://www.musee-armee.fr/fileadmin/user_upload/Documents/Support-Visite-Fiches-Objets/Fiches-periode-napoleon/MA_napo-delaroche.pdf ). Dal quadro gemmarono diverse incisioni, tra cui quella realizzata da Gaspare Guzzi, attivo negli anni Quaranta soprattutto con incisioni su rame, che circolò nella penisola italiana (vedi foto, Milano, collezione privata). La simmetria tra il soggetto del calamaio e la coppia quadro-incisione è evidente. Al posto della spada posata su un tavolo guéridon, dettaglio significativo che compare nel quadro e nell’incisione, il calamaio sintetizza la sconfitta in un tamburo militare collocato a terra. La scritta dorata Amitié, dipinta sul fronte del calamaio e ormai poco leggibile, può riassumere il sentimento di persistente amicizia o fedeltà politica pur nella sconfitta incorporato dal manufatto. In altri oggetti politici, come fermacarte, pendole, statuette, Napoleone seduto evoca invece il momento di riflessione tipico della vigilia della battaglia.

Un oggetto del quotidiano
Il calamaio, realizzato in vari materiali di differente valore (porcellana, ceramica, bronzo ecc.), appartiene alla famiglia degli oggetti del quotidiano risemantizzati in chiave politica e collega un’attività abituale presso i ceti medioalti come la scrittura alla visualizzazione/tangibilità del sentimento politico del proprietario. Analoga funzione ebbe la produzione a tema napoleonico di fermacarte e tamponi per l’asciugatura dell’inchiostro, ma anche di utensili destinati anche ai ceti popolari, quali coltelli, pipe, boccali di birra con intagliata l’inconfondibile silhouette, ecc. Un ruolo a parte per la loro pervasività e replicabilità in versioni più o meno pregiate toccò alle tabacchiere. Gli oggetti sediziosi, di fattura più o meno raffinata, spesso prodotti in numero limitato da singoli artigiani, talvolta in produzione più seriale, costellano i rapporti di polizia della Restaurazione in Francia e nelle aree italiane a più forte presenza di circuiti bonapartisti, come la parte lombarda del Regno Lombardo-Veneto, facilmente permeabile alle reti napoleoniche esistenti nel Canton Ticino. Essi tornarono nel mirino delle autorità tra 1833 e 1834, in occasione dei sequestri nelle abitazioni o nelle camere da studenti dei sospetti di affiliazione alla Giovine Italia.

La nostalgia sul tavolo
Tenere in vista nello spazio domestico un oggetto carico di significato politico fu un’abitudine diffusa presso le fasce politicizzate dell’Ottocento italiano ed europeo. Nel caso dell’oggettistica di ispirazione napoleonica, nella tarda Restaurazione fu il sentimento della nostalgia a prevalere, capace comunque di alimentare un’onda lunga della leggenda destinata a percorrere tutto il secolo. Come ha scritto Gian Luca Fruci, la politicizzazione del quotidiano, tra tasca e tavolo da scrittura, fu un fenomeno diffuso che gli oggetti giunti sino a noi documentano per diverse fasi di mobilitazione rivoluzionaria e politica.

Bibliografia di riferimento:
G.L. FRUCI, Il Risorgimento in tasca (e sul tavolo), in Una nazione da inventare, a cura di R. Mancini e M. Pignotti, Firenze, Nerbini, 2011, pp. 92-102; A. ARISI ROTA, Il cappello dell’imperatore. Storia, memoria e mito di napoleone Bonaparte attraverso due secoli di culto dei suoi oggetti, Roma, Donzelli 2021, p. 88 [ill. tra p. 90 e p. 91].
F. SANDRINI (a cura di), Napoleone 1821. La morte di Bonaparte: scenari, reazioni, conseguenze nel ducato di Parma, Parma, STEP 2021, scheda ill. pp. 169-171;
A. ARISI ROTA, The Violet, the Eagle and Beyond: Collecting, Touching and Wearing Napoleonic Nostalgia in the Italian Risorgimento, in E. FRANCIA, C. SORBA (a cura di), Political Objects in the Age of Revolution. Material Culture, National Identities, Political Practises, Roma, Viella 2021, pp. 47-59; A. ARISI ROTA, Le fauteuil des derniers moments : de l’artisan chinois à Vincenzo Vela, histoire d’une « relique » napoléonienne, in “Parlement(s). Revue d’histoire politique”, 2/2023, N. HS 18, consultabile in open access: https://shs.cairn.info/revue-parlements-2023-3-page-158?lang=fr .

Date Submitted (Dublin Core)

29 gennaio 2025

Contributor (Dublin Core)

Arianna Arisi Rota