Ventaglio filonapoleonico

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Titolo (Dublin Core)

Ventaglio filonapoleonico

Titolo alternativo (Dublin Core)

Ventaglio filonapoleonico sull'invasione dell'Inghilterra

Creator (Dublin Core)

Sconosciuto

Spatial Coverage (Dublin Core)

Parigi?

Date Created (Dublin Core)

Post 1805?

Temporal Coverage (Dublin Core)

Restaurazione

Format (Dublin Core)

Carta con stecche in legno laccato scuro di cm. 7,5 l’una.
Apertura: cm 42

Source (Dublin Core)

Collezione privata, Firenze

Rights (Dublin Core)

Per gentile concessione della proprietà

Subject (Dublin Core)

Napoleone
Propaganda per l'invasione dell'Inghilterra
Ventaglio
Propaganda

Description (Dublin Core)

Il ventaglio reca sul bordo la seguente scritta:
“Incendie de la Flotte Anglaise”
La Flotte Anglaise incendiée par le feu grégeois, et par celui des nouvelles tours flottantes, armées de bouches à feu pour protéger sur les côtes la descente des Français à marée basse; les vents favorables dirigent d’eux mêmes les milliers de ballons qui s’enflammant à une hauter combinée font pleuvoir sur les Vaisseaux anglois un déluge de feux
e sul bordo inferiore al centro la scritta:
Descente en Engleterre [sic]

Il ventaglio di propaganda e sedizioso
La moda dei ventagli come supporti di propaganda visiva, anche in forma satirica, e come prova di affiliazione politica esplose durante la Rivoluzione francese e proseguì negli anni del Consolato e dell’Impero (si vedano ad esempio il ventaglio stampato a Parigi da un’incisione di Jean-Baptiste Louvion con l’allegoria della pace che la Francia reca all’Austria https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b10467211n e quello che celebra la pace di Lunéville dell’anno Vl https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b10467202p ). Nel repertorio bonapartista si conoscono ad esempio ventagli allusivi con le stecche di tartaruga che terminano a forma di aquila e nastri tricolori, come l’inequivocabile esemplare risalente al regno di Carlo X, nella seconda metà degli anni Venti (Collezione privata, Firenze): [INSERIRE RIFERIMENTO]

Nel Risorgimento italiano il ventaglio svolse questa funzione soprattutto nelle fasi di maggior mobilitazione ed entusiasmo patriottico, anche per celebrare vittorie militari e alleanze politiche. Ventagli patriottici del periodo 1846-1860 sono conservati e spesso anche esposti in musei civici e del Risorgimento, come a Brescia e Bergamo, a Casa Mazzini a Genova, nelle Raccolte Civiche milanesi (rinvio alle relative schede). Di materiale più o meno pregiato, prodotti in serie o pezzi unici se ricamati dalle artigiane – modiste, ricamatrici – o direttamente dalle proprietarie, similmente alle ventole per lumi essi offrivano un racconto sintetico ed iconico, anche grazie al cromatismo tricolore, di facile comprensione, che le donne potevano esibire o nascondere a seconda dei contesti e delle circostanze. Ciò spiega anche l’attenzione delle polizie della Restaurazione nelle operazioni di sequestro di ventagli sediziosi, operazioni che negli anni Venti presero di mira proprio quelli a tema celebrativo napoleonico.

La mongolfiera tra realtà e immaginario politico, tra Rivoluzione francese e Risorgimento
Grazie all’invenzione dei fratelli Montgolfier realizzata con successo nel 1783 e replicata in una dimostrazione davanti al re a Versailles https://collection.sciencemuseumgroup.org.uk/objects/co64807/montgolfier-balloon https://collection.sciencemuseumgroup.org.uk/objects/co8022297/print-ascent-of-a-montgolfier-balloon , le prime prove di volo con il pallone aerostatico vennero compiute dall’aeronauta Pilâtre de Rozier a Parigi nei giardini della Folie Titon, una dimora nel Faubourg St. Antoine che Jean-Pierre Révellion aveva trasformato nel 1784 in manifattura di papiers peints (l’antenata della carta da parati). Qui, nell’aprile del 1789, un’insorgenza degli operai esasperati dal rincaro dei prezzi e dal timore della riduzione dei salari fu di fatto il primo episodio della Rivoluzione francese. La mongolfiera divenne ben presto un’icona ricercata dal pubblico assetato di novità, al punto che molti artigiani vi si ispirarono per realizzare oggetti e accessori: intorno al 1785 il mobiliere Jean-Baptiste Demay costruì una sedia con lo schienale a forma di mongolfiera che ebbe molto successo e che oggi è conservata al Musée Carnavalet di Parigi (https://www.parismuseescollections.paris.fr/fr/musee-carnavalet/oeuvres/chaise-a-la-montgolfiere) .
Il volo aerostatico fece spesso parte degli spettacoli en plein air dei primi decenni dell’Ottocento, come documentato da stampe e litografie anche di ambito italiano (https://graficheincomune.comune.milano.it/graficheincomune/immagine/Albo+F+31,+tav.+15 ) . Un episodio di uso politico dei palloni aerostatici si verificò nel Risorgimento, durante le Cinque Giornate di Milano, dal momento che proprio a dei palloncini di fabbricazione artigianale, fatti con carta, colla e spago, l’abate Antonio Stoppani nel marzo del 1848 affidò dal seminario di Porta Venezia l’invio di messaggi destinati agli abitanti delle campagne intorno a Milano, per avvisarli che la città era insorta e che occorreva impedire l’arrivo di armi e cibo agli austriaci. L’unico pallone sopravvissuto dei numerosi lanciati in quelle giornate, veri oggetti/vettori politici fatti anche di stoffa e carta tricolore, era conservato al Museo del Risorgimento di Milano quando venne distrutto nel bombardamento dell’agosto 1943. Restano invece al Museo alcuni dei messaggi che riuscirono a raggiungere i dintorni nordorientali della città, favorendo l’afflusso di rinforzi.

L’invasione che non ci fu
Immaginaria ma neanche tanto, l’invasione napoleonica dipinta su questo raro ventaglio costituì un vero incubo per l’Inghilterra. Ipotizzata via mare, nonostante l’inferiorità della marina da guerra francese rispetto a quella britannica, essa portò alla costruzione di una serie di batterie difensive lungo le coste, anche dell’Irlanda, ritenuta una possibile destinazione di approdo. Il disegno napoleonico di attraversare il Canale prese corpo tra il 1803 e il 1805, durante la Terza Coalizione, dopo la rottura della pace di Amiens, e portò alla creazione del campo di addestramento di Boulogne, dove confluirono anche ufficiali e sottufficiali italiani: in quel contesto molti fra loro maturarono un embrionale sentimento di identità italiana, testimoniato dalle lettere ai familiari. L’impresa si rivelò tuttavia proibitiva via mare visto l’intenso pattugliamento della Manica da parte della flotta britannica, e lo scacco inferto a Bonaparte divenne ben presto oggetto di satira nella stampa inglese. In ambito francese non si rinunciò tuttavia all’idea di utilizzare le macchine aerostatiche – allora agli albori – incoraggiando il lavoro di progettazione degli ingegneri. Napoleone, che già sotto il Direttorio aveva beneficiato dell’uso di un pallone e di aerostati per le sue operazioni, probabilmente accarezzò l’idea di un’invasione dal cielo, che nel ventaglio visionari protagonista di questa scheda si realizza tramite uno squadrone di palloni in volo verso le coste britanniche. Immagine di non immediata decifrabilità, essa conferma come la fantasia e la mediatizzazione legate a quell’impresa abbiano prodotto un vero e proprio oggetto politico “del desiderio” napoleonico, capace in qualche modo di prefigurare quella guerra dal cielo (la cosiddetta “battaglia d’Inghilterra”) o lo sbarco sulle coste nemiche, che sappiamo essersi drammaticamente realizzate nel corso della seconda guerra mondiale.

Date Submitted (Dublin Core)

13 febbraio 2025

Contributor (Dublin Core)

Arianna Arisi Rota

Bibliographic Citation (Dublin Core)

Bibliografia di riferimento: G. Bernasconi, Tabatières, éventails et lorgnettes: objets de consommation et «techniques du social» au XVIIIe siècle, in ARTEFACT, 1-2014, pp. 153-166, in open access: https://journals.openedition.org/artefact/12740; G. Motta, La moda si fa Storia. Borghesi, rivoluzionari, ruoli e identità sociali, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2017, R. Reichart, Éventails symboliques de la Révolution. Sources iconographiques et relations intermédiales, Rennes, Presses Universitaires de Rennes, 2024; https://objetspol.inha.fr/s/objetspol/item/391; https://objetspol.inha.fr/s/objetspol/item/471.