Giochi per bambini e adulti

L’immaginario tecnologico-militare raggiunse anche i bambini. Le armi delle due guerre mondiali furono presto trasposte in giocattoli. Si tratta di un chiaro esempio di trivializzazione, che trasformava la morte e la distruzione che i militari sperimentavano sul campo di battaglia in passatempi apparentemente innocui e divertenti.

Durante la Prima guerra mondiale, un caso di questa tendenza si trova in un articolo di «Popular Mechanics» (1915). «Le condizioni politiche e i cambiamenti sociali – è infatti scritto in tale testo – si sono riflessi per secoli nei giocattoli e nei giochi dei bambini, proprio come hanno influenzato l’abbigliamento, l’arte e la letteratura delle nazioni. Non sorprende, quindi, che quest’anno i giocattoli natalizi del bambino americano portino chiaramente il segno del conflitto europeo». E, addirittura, sulla stessa rivista si arriva anche ad affermare che «Non esiste quasi nessun nuovo strumento di guerra rilevante che non sia stato in qualche modo trasformato in un giocattolo per bambini». Si rimarcava anche come – parallelamente allo sviluppo degli equipaggiamenti militari – i bambini delle nuove generazioni avessero a disposizione balocchi a tema bellico tecnologicamente molto più avanzati di quelli delle generazioni precedenti. Segue la disamina dei migliori giocattoli di questo genere, come una mitragliatrice che spara proiettili di legno. Ma «un esercito giocattolo dotato di mitragliatrice ma privo di artiglieria veloce sarebbe seriamente svantaggiato», quindi viene proposta anche la descrizione di un cannone a retrocarica che – tramite un congegno a molla – poteva lanciare i suoi proiettili lignei a una distanza di circa 6 metri. Ma non è tutto. Infatti, «Il soldatino ora affronta in miniatura molti degli stessi strumenti di distruzione del suo corrispettivo umano. Se deve attaccare postazioni armate con mitragliatrici e cannoni rapidi, deve avere a disposizione difese adeguate». Erano quindi stati realizzati vari tipi di veicoli blindati, alcuni dei quali molto simili a quelli usati nei campi di battaglia europei. Inoltre, nell’arsenale di un bambino si potevano anche trovare un cannone per la contraerea, un’ambulanza, un fucile, navi e sottomarini.

«Una battaglia a palle di neve è sempre un grande divertimento – si dice su “Popular Mechanics” (1918) – ma è ancora più emozionante se una slitta corazzata […] viene utilizzata dalla squadra attaccante contro un forte o un nemico trincerato». In questo modo, gli attaccanti avrebbero potuto avanzare sotto una «grandinata di palle di neve». E, finita la «battaglia», i bambini avrebbero potuto scambiarsi i ruoli di attaccanti e difensori «e il divertimento ricomincia da capo».

Anche nel periodo tra i due conflitti mondiali vennero sviluppati diversi giocattoli a tema militare. Si pensi, per esempio, ai pattini a forma di carro armato, alla realizzazione di una maschera antigas giocattolo proposta su «Popular Science» (1939). Ma anche all’aereo e al cannone giocattolo pubblicizzati su «La Domenica del Corriere» (1939) o ai fucili e alle pistole a elastico descritti su «Popular Mechanics» (1930), in cui si sottolinea che: «Sebbene i fucili e le pistole a elastico siano di per sé piuttosto comuni, possono essere notevolmente perfezionate e rese simili ad armi vere».

Durante la Seconda guerra mondiale altri balocchi a tema militare fecero la loro comparsa. Si consideri, per esempio, la nave giocattolo in grado di lanciare un aereo dal suo ponte, o il finto carro armato cingolato «in grado di superare fossati o piccoli ostacoli» che poteva essere azionato a mano oppure da un piccolo motore a benzina. Ma anche il sottomarino di legno capace di lanciare un siluro contro il suo bersaglio, oppure il cannone giocattolo di cui si diceva che: «Sparando a bruciapelo contro un esercito di soldati di piombo in avanzata, questo cannone offrirà un divertimento senza fine a qualsiasi bambino che giochi alle manovre militari».

I momenti di svago, però, non erano riservati solo ai bambini: vi erano infatti anche dei passatempi per i soldati. «La Domenica del Corriere» (1941) parla di alcune attività ludiche con cui si intrattenevano i militari, come giocare a bocce (evidenziando che «una partita a bocce rinforza i muscoli») o divertendosi con una partita a biliardo «che fa nascere scommesse». Ma anche, come ulteriormente sottolineato in un altro numero dello stesso settimanale (1942), giocare a carte, rimarcando: «Pronti a balzare sui loro apparecchi appena ne sia dato il segnale, i piloti giocano intanto, tranquillamente, alle carte».

A volte, inoltre, era necessario usare mezzi di fortuna per svagarsi un po’, come dimostra questa scacchiera popolata da pallottole al posto dei normali pezzi usata nell’ambito della guerra di trincea sul Piave durante la Prima guerra mondiale. «La Domenica del Corriere» (1918) riporta che «il re e la regina sono due cartucce francesi (il re si distingue per il bossolo slabbrato a corona), le torri pure due bossoli francesi opportunamente slabbrati a merlatura, gli alfieri i proiettili di dette cartucce, i cavalli due bossoli di cartucce italiane ed i fanti-pedine i relativi proiettili. I neri sono distinti dai bianchi da un giro di filo nero».

Scritto da Alberto Bordignon